sabato 23 luglio 2011

BRIENNO... un pensiero.

Voglio esprimere tutta la mia solidarietà e la mia ammirazione al Sindaco di Brienno Patrizia Nava, per la sua coerenza, la sua preparazione, la sua dignità di fronte alle grosse difficoltà che si trova a dover affrontare dopo le frane (economiche e non) e la voglia di far Ri-nascere Brienno più bella di prima (appoggiata da tutti i suoi concittadini e da tutti i comaschi).


LA PROVINCIA 17 LUGLIO 2011

Caro Direttore,
            sulla Provincia del 14 Luglio, leggo l'accorato appello del sindaco di Laglio sig. Pozzi che chiede aiuti a George Clooney, dopo il disastro che ha colpito in maniera incisiva e drammatica Brienno ed ha toccato Laglio solo nella porzione del ex cantiere Molinari. Credo che la sua dichiarazione leda ed offenda la dignità dei cittadini che non intendono chiedere pubblicamente la carità di nessuno, neanche di un ospite illustre del Lario quanto il famoso attore. Non si dovrebbe pensare, che qualsiasi personaggio pubblico, possa "essere il sostegno" di una Amministrazione Comunale, nè si dovrebbe dichiarare, nè farlo scrivere su qualsiasi quotidiano. Un amministratore dovrebbe degnamente rivolgersi alle Autorità competenti e lavorare con tutti i cittadini e, se dovessero arrivare aiuti, saranno certo i benvenuti, ma "le buona azioni si fanno in silenzio" e a maggior ragione non si fanno appelli perchè vengano fatte.Clooney è diventato il mezzo per far pubblicità, il preteso per qualsiasi propaganda, ma non sarebbe ora di soffermarsi sul suo diritto alla privacy ed a smetterla di nominarlo per qualsiasi cosa accada sul Lario? E se non ricordo male, il Sindaco Pozzi, che scrive a Clooney perchè non abbandoni Laglio, perchè aiuti il paese dopo le violenti piogge e le frane che hanno investito buona parte della riva, non era lo stesso che in minoranza, si era battuto per la non cessione di un pezzo di spiaggetta (di meno di 48 mq) in stato di totale abbandono, che l'attore avrebbe sistemato a sue spese (riqualificando un pezzo di lago senza cemento) e che sarebbe servita all'attore per collegare le proprietà di Villa Margherita e di Villa Oleandra?
Arianna Sinigaglia

Ex Area Ticosa...E se fosse un PARCO?

Non accadrà mai, poichè la speculazione edilizia è troppo forte... ma lasciatemi sognare UN PARCO: uno spazio per i cittadini, dove la gente si possa trovare, passeggiare, incontrarsi, leggere...i bambini giocare e correre.
Come nelle piccole e grandi città inglesi, in cui in ogni area si trova un parco, dove RESPIRARE!


Ed i parcheggi? Io derei tutti "sotto il parco"... ispirandomi alla separazione tra spazi per l'uomo ed il traffico, come già pensato nel 1933 da Le Corbusier, il quale mentra parlava del sul capolavoro teorico della Ville Radieuse diceva: "La città di domani, dove sarà ristabilito il rapporto uomo-natura!".

La Ticosa oggi... e la Ticosa Parco
 

sabato 16 luglio 2011

La MIA Piazza Cavour.

Piazza Cavour, forse la piazza più anomina e insignificante di tutta la nostra città, con forme non pensate, spazi risultanti "da parziali lavori di sistemazione", susseguitisi per anni, manutenzioni che non hanno un filo conduttore.

Piazza come si presenta oggi e come "LA DISEGNEREI"

Scorci in piazza con gli zampilli accesi e sui cubi-dissuasori, dal lato del lago.

Qui la RI-penso, ispirandomi a Place des Terreaux a Lione... zampilli d'acqua che accesi, durante l'estate divengono gioco per i bimbi oltre che essere una suggestiva coreografia per i passanti. Sperando che come la famosa piazza francese possa divenire un piacevole e pensato luogo d'incontro di tutti i cittadini comaschi.

Vista durante l'inverno, con gli zampilli spenti.


sabato 2 luglio 2011

LA PROVINCIA 02 LUGLIO 2011

Stiamo perdendo una battaglia culturale

Rammaricata scrivo queste poche righe constatando che la mia generazione sta perdendo una battaglia importantissima a scapito di tutti coloro che verranno dopo. Non siamo stati in grado di capire l'importanza della tutela del territorio, della nostra storia, delle nostre radici, non siamo stati in grado di capire quanto le speculazioni edilizie porteranno un impoverimento del nostro patrimonio, un imbruttimento delle nostre rive.
Da architetto mi chiedo come mai, tanti professionisti non sappiano cosa sia l'etica professionale e si vendano producendo un'architettura senza qualità. I bisogni dell'imprenditore prendono il sopravvento e scavalcano la necessità sempre più crescente, di ristabilire un contatto con le nostre radici, la necessità di ricercare un’armonia antica e la bellezza degli habitat in cui prevale la presenza della natura, come in molti luoghi montani e in territori lontani dalla civiltà urbana.
Ecco che sul nostro lago si vedono splendide ville ottocentesce abbattute per ricostruire volumi senza alcun legame col contesto, condomini di quindici metri in via di costruzione, montagne sventrate per fare spazio a complessi residenziali di lusso in stile finto storico, parcheggi multipiano che sono una vera ferita sui dolci pendii che caratterizzano le nostre rive.
I comuni, per motivi economici e per la non preparazione di sindaci e tecnici comunali, svendono il territorio alle società immobiliari, senza capire che solo la valorizzazione del patrimonio esistente, con restauri conservativi adeguati, porterebbe nei paesi la vera ricchezza; semplicemente non c'è più bisogno di costruire seconde e terze case che poi restano invendute, non c'è più bisogno di edificare e cementificare.
Ma quando questa generazione avrà distrutto il valore inestimabile di questo patrimonio, che appartiene a tutti noi, in nome del denaro, forse sarà troppo tardi per tornare indietro. Stiamo perdendo una battaglia culturale enorme devalorizzando ciò che tutto il mondo ci invidia:
gli alberghi aggiungono piani, divenendo mostri e tra qualche anno i turisti andranno altrove...
E mentre noi trasformiamo le nostre città piene di potenziali, in cantieri a cielo aperto, creando nuove aree dismesse, costruendo autorimesse nel deserto e ospedali su paludi, sprecando il denaro pubblico per fare e disfare muri e per concorsi di progettazione inutili in Europa progettano parchi e giardini (cercando di aumentare la qualità della vita dei cittadini), operano restauri edilizi ed urbani, riqualificano aree abbandonate della città e centri storici attraverso un accurato studio delle tipologie presenti che vengono ripensate intelligentemente in chiave contemporanea, riuscendo così a trasmettere continuità ed un senso di appartenenza ai luoghi.